Dal sito del Angel City zen Center    www.aczc.org/about-zen/

“La verità è ovunque intorno a noi, ma se non la pratichiamo, non si mostra e non ne facciamo esperienza. Quando lasciamo andare la realtà le nostre mani si riempiono di essa e quando tacciamo sulla realtà le nostre bocche si riempiono di essa”. – Eihei Dogen

Come meditare

Prima di sedersi, inchinarsi una volta al cuscino e una volta alla stanza.
Sedetevi sul cuscino e giratevi verso il muro. Tenete le ginocchia a terra, gli occhi aperti e la schiena dritta.
Cercate di rimanere fermi.
Lasciate che i pensieri e le sensazioni vadano e vengano senza farsi prendere da essi o giudicarli come buoni o cattivi.
Concentrate la vostra attenzione su ciò che sta accadendo.
Se vi sentite confusi, distratti o le gambe si addormentano, controllate la vostra postura, correggete se necessario e continuate a sedervi.
Quando avete finito, alzatevi e inchinatevi una volta verso il vostro cuscino e una volta verso la stanza.
Ripetere ogni giorno.

domande e risposte

D: Che cos’è lo Zen?
R: Oh, accidenti. Temevo che me lo chiedesse.
Si dice che lo Zen sia una pratica comunitaria di profonda indagine individuale. È una forma di buddismo incentrata su una meditazione molto semplice e diretta, che consiste nello stare seduti con noi stessi e con il mondo così come lo troviamo attualmente. Nella nostra pratica enfatizziamo l’assenza di meta, il non sapere nella nostra comprensione e la compassione per tutte le cose, anche quelle che sono davvero, davvero difficili da amare. L’idea è che più accettiamo la verità di noi stessi e delle cose così come sono, meglio siamo in grado di lavorare con loro e più la loro innata bontà è in grado di risplendere da sola.
La risposta tecnica è che, secondo la storia, lo Zen è l’insegnamento buddista più semplice e diretto tramandato dal Buddha storico in una linea ininterrotta di trasmissione maestro-allievo fino ai giorni nostri. Fu portato in Cina da un monaco di nome Bodhidharma, in Giappone da un monaco di nome Dogen e molti insegnanti giapponesi lo portarono in Occidente nel XX secolo.

D: Lo Zen mi renderà una persona più felice e gentile?
R: Magari. Ma potrebbe aiutare, anche se non nel modo in cui probabilmente vorremmo. Lo zen ci permette di diventare consapevoli di noi stessi a un livello più profondo di quanto non faremmo di solito. Seduti in silenzio con noi stessi, spesso diventiamo intimamente consapevoli di quali abitudini e schemi di pensiero ci impediscono di essere più felici e più gentili, e allora diventa più facile apportare quei cambiamenti nella nostra vita. Dopo una sufficiente pratica, diventa quasi difficile non farlo.

D: Lo Zen mi aiuterà ad alleviare lo stress?
R: Vedi sopra! Stessa risposta.

D: Perché dovrei praticare lo Zen, o il vostro stile di Zen, invece di altre forme di buddismo o di pratica spirituale? Cosa vi rende i migliori?
R: È vero! Pensiamo che lo Zen sia semplicemente il migliore. Ma la verità è che ci sono molti approcci diversi a questo tipo di cose e alcuni funzionano meglio per persone diverse. Provateli, vedete cosa vi piace. Sebbene le diverse scuole abbiano approcci alla pratica buddista da lievi a talvolta del tutto contraddittori, la maggior parte di esse si avvicina più o meno alla stessa cosa. Nel XXI secolo abbiamo il grande lusso di essere circondati da ogni forma di pratica concepibile, il che ci permette di trovare quella che funziona meglio per noi. Date un’occhiata in giro, vedete quello che fa per voi e se siete d’accordo che questo è il migliore, noi saremo qui ad aspettarvi.

D: Lo Zen è una religione? Devo credere nella reincarnazione per venire a meditare? Posso praticare lo Zen se sono già un cristiano ebreo musulmano umanista bahá’í taoista pagano wiccano satanista sciamano e non voglio bruciare in nessuno di questi inferni per aver praticato una religione eretica?
R: Sebbene lo Zen contenga alcune forme esteriori di pratica religiosa, come il canto, le offerte di incenso e simili, non è una religione nel senso che chiede di aderire a particolari credenze o dogmi. Lo Zen chiede invece di essere consapevoli di sé e di vedere cosa si impara da questo. Se la vostra attuale religione o la sua mancanza vi permette di fidarvi di voi stessi e di mettere in discussione l’esperienza, non dovrebbe esserci alcun conflitto.

D: Lo Zen mi insegnerà a volare, a levitare, a proiettare astralmente, a leggere la mente, a vedere le vite passate, a manifestare tutto ciò che voglio o a fare altre forme di meraviglia e magia?
R: Il Buddha ha sempre detto che è scortese mostrare o parlare dei propri poteri magici in pubblico. Basta con le domande.